In merito alla notizia diffusa nei giorni scorsi circa il rinvenimento di un’antica sepoltura nell’alveo della gravina di Ginosa, lo scrivente è stato interessato dell’accaduto dal funzionario della Soprintendeza Archeologica dott.ssa Teresa Schojer, in qualità di Archeologo fiduciario nonchè di Direttore del Museo Civico di Ginosa, al fine di verificare la consistenza della notizia. In un sopralluogo effettuato nella giornata di ieri 11 ottobre si è riscontrato che il materiale osseo e ceramico irregolarmente recuperato da un laureando in archeologia proviene da strati di riempimento, ovvero che i reperti in oggetto non sono in giacitura primaria. Per dirla in breve: la tomba non esiste. Si specifica che, grazie al tempestivo e solerte intervento del Comandante della locale Caserma dei Carabinieri Luogotenente Francesco Capobianco, i reperti sono stati recuperati e restituiti alla collettività e sono ora custoditi presso i magazzini del Museo Civico di Ginosa. Si ricorda che il sottosuolo è proprietà unica dello Stato, che delega l’attività di scavo unicamente alle Soprintendenze Archeologiche . Sarebbe pertanto auspicabile, in un momento difficile come questo, che si concorra verso un’attività di tutela e salvaguardia del nostro patrimonio, piuttosto che avventarsi come avvoltoi su quel poco che la violenta furia della natura ha risparmiato. Si invita pertanto quanti vengano a conoscenza di ritrovamenti, o effettuino fortuiti rinvenimenti, ad agire come per legge, ovvero a segnalare l’accaduto alla locale Caserma dei Carabinieri, oppure alla Soprintendenza Archeologica per la Puglia, oppure alla Direzione del Museo Civico di Ginosa. Grazie per la collaborazione.
Dott. Giambattista Sassi