“Quando la nave affonda coloro che hanno avuto responsabilità nella sciagura dovrebbero con dignità assumersi le relative responsabilità e comportarsi di conseguenza. Il Partito Democratico Jonico, i suoi attuali dirigenti, invece, o abbandonano la nave in perfetto stile Schettino oppure voltan lo sguardo di lato facendo finta che nulla sia accaduto speranzosi che, passata la tempesta, nessuno ricordi le loro responsabilità cosicché essi possono restare ancorati al potere e, magari, continuare indisturbati a trascinare la nave su una rotta senza alcun porto cui approdare. E’ questo, giustappunto, il problema del PD, avere una grande nave (ma che corre il rischio di trasformarsi in un piccolo vascello), senza un vero obiettivo da raggiungere. Vale la pena allora che qualcuno getti l’ancora, lasci il posto di comando e faccia sì che nuove individualità, nuovi soggetti, nuove idee, nuovi progetti, possano misurarsi con le grandi sfide che ci attendono, e così levar l’ancora e ripartire con nuova lena, passione ed efficienza. Beh, chiunque dotato di un briciolo di buon senso si accorgerebbe che questa è l’unica possibilità di far resuscitare il Partito Democratico, di ridargli un volto, una progetto, una missione. Troppi sono stati gli errori in questi mesi. Non si è voluto puntare su Matteo Renzi che, probabilmente, avrebbe ottenuto un risultato elettorale diverso; si è rincorso Grillo, ma guardandosi bene dall’accettare e condividere molti dei suoi punti programmatici ed anche la corresponsabilità del governo; si è detto di no ad un signore che risponde al nome di Rodotà, è stato fatto fuori il fondatore del Partito Democratico. Insomma, sono mesi, se non anni, che la nostra classe dirigente non ne azzecca una. Infine ci siamo infilati in una esperienza di governo con il cavalier Berlusconi dandogli il potere di “staccar la spina” quando più egli lo riterrà opportuno. A livello regionale e provinciale, se possibile, le cose sono anche peggiori. Da anni si assiste al vuoto di idee, di progettualità, anche sui temi fondamentali per il nostro sviluppo: il lavoro, l’ambiente, la salute. A fronte della situazione rappresentata il problema, per la classe dirigente, non è, come dovrebbe essere, discutere, allargare gli orizzonti, confrontarsi sul come uscire da questo cul-de-sac, quanto accusare di alto tradimento chi, come me e come tanti altri iscritti al PD, evidenzia le terribili storture di un sistema che è imploso, che non regge più. Ed allora, i primi a capire che il nostro elettorato è stufo dell’autoreferenzialità, del correntismo, delle oligarchie, devono essere il segretario regionale, Blasi, e il segretario provinciale (mai eletto) Massimo Serio, rassegnando le proprie dimissioni insieme a tutti coloro che, per anni, hanno occupato ruoli attivi nella conduzione del Partito. E’ questo uno dei modi per coinvolgere centinaia, se non migliaia di cittadini, iscritti ed elettori, che da tempo ci hanno abbandonato. Affermo ciò con il massimo rispetto per le persone, ma è evidente a tutti che se è mai esistito nelle loro menti un qualunque progetto politico, questo è miseramente naufragato. Ed invece siamo costretti a registrare il mutamento di pelle di alcuni maggiorenti che, dopo aver minacciato di emigrare in altri paesi se Renzi avesse vinto le primarie, li rivediamo oggi a tessere le sue lodi, a indicarlo come salvatore del Partito e del Paese, a presenziare in prima fila ai suoi dibattiti. Suvvia, un po’ di dignità, per favore, basta, non se ne può più. ”
Rocco Ressa
