PALAGIANO, 1MAG – Consiglio comunale, Cifone: “Dobbiamo essere capaci di voltare pagina”



di Giuseppe Favale 

Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo”. Un Consiglio comunale noiosissimo, come pochi, e i lunghi interventi son sembrati più delle litanie, che dei colpi di fioretto. Sarà stato per l’assolata e morbida giornata di aprile, per l’atmosfera di non belligeranza che permea e avvolge Quirinale e dintorni, ma la staticità dei decibel ha avuto più effetto della tisana della nonna. Figurarsi, ed è tutto dire, che neanche i Monelli sembravano più tali! Il pubblico, previdente e preveggente, era del tutto assente. In questa atmosfera da “meriggiare pallido e assorto, presso un rovente muro d’orto”, si è consumato lo strappo ad effetto ritardato, tra il gruppo consiliare del Partito Democratico, e il Sindaco di Palagiano, Gaetano Tarasco. Pardon… e parte della maggioranza. Il preludio di quanto sarebbe accaduto, lo si è avuto negli interventi di Rino Pucci – Pd (“Caro Sindaco, il rodaggio della macchina amministrativa c’è stato, ma guardando l’aula appare evidente una cosa: l’auto che guidi ha delle ruote gonfie, sgonfie, la benzina che metti è ottima, ma il mezzo va aggiustato”), e di Enzo Nardelli – UDC (“Questo bilancio l’abbiamo ereditato dalla scorsa amministrazione, su alcuni punti sono stato critico, e non c’era praticamente niente sull’agricoltura e sulla manutenzione delle infrastrutture comunali”). Subito dopo, il redde rationem di Piero Cifone, capogruppo PD. Dopo aver dichiarato il voto favorevole sul punto all’Ordine del Giorno (“Esame ed approvazione del Rendiconto di Gestione, anno 2012”), “al fine di licenziare un atto contabile previsto dalla legge”, ha espresso “disagio, misto ad amarezza, per il resoconto della nostra azione politica”. Per confutare eventuali dubbi, ha chiarito che “il PD ha chiesto la nomina di un secondo assessore, Nancy Schiavone, per dare forza all’azione amministrativa. Ci aspettavamo da lei, Sindaco, semplicemente un si o un no, certamente non il silenzio assoluto”. Bene, di cosa si tratta? “Il problema non riguarda  l’organigramma, quanto l’attuale inefficacia della nostra azione amministrativa, e dobbiamo essere capaci di voltare pagina, e scrivere un nuovo capitolo della storia politico – amministrativa del nostro paese”. Giù quindi con l’elenco delle cose da realizzare o perfezionare, con in testa il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti (“la raccolta differenziata non raggiunge i livelli prefissati, mentre la pulizia del paese lascia molto a desiderare”), il PUG (“non riusciamo ancora ad affidare l’incarico tecnico per la redazione”), senza dimenticare che “la gestione dei loculi privati del cimitero storico è stata gestita in maniera approssimativa”. Ancora. “Cosa dire della circostanza infelice per cui, a distanza di un anno, non c’è ancora il Segretario Generale titolare?”. E allora? Riecheggiando lo storico confronto tra Pio VII e il generale napoleonico, il capogruppo pieddino detta il suo ultimatum. “Il rodaggio è finito, ora c’è solo da correre, superare gli ostacoli e recuperare il tempo perduto. Fino a quando non si avvierà e si concluderà la verifica politico – amministrativa, il gruppo PD si asterrà dalla partecipazione attiva ai lavori consiliari e dell’esecutivo”. Tutto chiaro? Quasi. C’è solo da capire i reali confini della “partecipazione attiva”. “Se un tessuto è lacerato, ha risposto il Sindaco, bisogna prima ricucirlo, e poi realizzare un abito. In sintesi, possiamo rigirare quanto vogliamo il problema, cambiare terminologia, il PD rivendica il secondo assessore. Quando il gruppo di maggioranza sarà d’accordo, il PD serenamente lo avrà”. Bene. E la quota rosa? Fino a quando la Giunta ne sarà priva? Più laconico Nardelli. “Il gruppo del PD ha elencato delle cose che non funzionano, ma eravate voi gli amministratori, non noi. Vi invito a riflettere su questo, prima di sparare sul Sindaco in questo modo”.





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