Comizio dell’opposizione di centro destra
Il manifesto e il refuso. Nonostante il tempo non proprio clemente, la gente è accorsa numerosa per ascoltare quello che l’opposizione di centrodestra aveva da comunicare. Completamente assente ogni riferimento allo scenario nazionale, il comizio è stato incentrato su quanto sta accadendo a Palazzo di Città. Sul palco, Francesco Mancini e Aldo Marangione, consiglieri eletti nella lista PdL, Francesco Carucci, eletto nella lista “Palagiano nel cuore”, dalla quale si è successivamente allontanato, e Ciccio Serra, candidato Sindaco del centro destra. Di Marangione, il primo intervento. “Se siete qui, ha esordito, è perché credete in noi, in un unico gruppo di opposizione, presente su questo palco”. Un passaggio apparentemente innocuo, la cui vis polemica è però venuta fuori subito dopo, quando ha definito Ciccio Serra “unico leader dell’opposizione”. Il perché di questo rimarcare il ruolo di Serra, lo vedremo fra poco, quando parleremo di un convitato di pietra, presenza riscontrabile tra le righe, quasi impalpabile nei riferimenti. Molto atteso l’intervento di Carucci, per via di alcune dicerie sul suo ruolo in Consiglio comunale. Ruolo che lo stesso ha subito chiarito, rimarcando la distanza dal gruppo di maggioranza. Dopo aver accennato ad alcune iniziative da lui avviate, come lo sportello per assistere i cittadini interessati alla richiesta di un contributo regionale, ha posto l’accento sull’immobilismo dell’amministrazione, attenta alla risoluzione delle beghe interne, ed alla mancanza di un assessore e della delega di Vice Sindaco, “per non compromettere i precari equilibri raggiunti. Il Sindaco ha dichiarato di essere sotto ricatto, da qui la nostra richiesta delle sue dimissioni”. Sulla stessa scia Mancini, che ha parlato, tra l’altro, dei disservizi nella raccolta rifiuti, delle strade piene di buche, della Villa comunale abbandonata, e dello stato del Palazzetto dello Sport. “Sin dal suo insediamento, ha poi continuato, abbiamo avuto una amministrazione assente, occupata a litigare sulle varie poltrone e deleghe”, definendo infine immorale l’incarico legale alla segretaria del PD. Ovazione per Serra, che ha subito affrontato lo stato di abbandono della Villa. “Perché non è importante tutelare i cittadini, ha ironizzato, ma a fronte della richiesta di un cittadino di 500 euro, per essere finito in una buca con la propria auto, assumono un avvocato a difesa del Comune, e gli danno il doppio della cifra chiesta per la transazione”. Durante la campagna elettorale, una vela girava per il paese, con due mani poggiate sulle spalle di Gaetano Tarasco, “un Sindaco che di fatto è commissariato, non amministra, e le mani sul Sindaco non sono solo due, sono molto di più. Con Rocco Ressa avevamo comunque un Sindaco, da criticare o meno, adesso non abbiamo nessuno. Tennero una conferenza stampa con la CRI, diversi mesi fa, per consegnare scarpe da ginnastica al Comune, che ora stanno a marcire nell’auditorium: le consegneranno per caso nella prossima campagna elettorale? La gente vuole che non si debbano elemosinare le transenne al Comune di Massafra. Caro Cifone, affermi che giochiamo alla politica, dove hai messo l’indennità? Responsabilmente, con le nostre abbiamo donato al Comune quattro transenne: la politica è servizio, non risucchio! Un Sindaco sotto ricatto si deve dimettere, mandando a casa chi continua a sfruttare la sua immagine”. Ha poi continuato con il bando pubblico per lo staffista del Sindaco, “prendendo per i fondelli nove persone, perché hai preso la stessa persona”, definendo Ressa “un solerte staffista esterno”, per via delle pressioni sul consigliere Domenico Latagliata, per farlo rientrare nel gruppo di maggioranza, dal quale si era allontanato, con Simone Lippolis e Mauro Tagariello. Infine, una promessa: “Creeremo, insieme ai tanti cittadini che ce l’hanno chiesto, il Comitato per la messa in sicurezza della SS 7”. Fin qui, la cronaca della serata. A pochi metri dal palco, un dazebao sandwich, con una ingombrante presenza/assenza. Sul lato B, articoli di stampa sull’ormai famoso Colombario B, con una denuncia: “Che fine hanno fatto i lavori annunciati?”. Sul lato A, l’invito a partecipare alla prossima manifestazione romana del PdL, il 23 marzo, “contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria”, un numero di telefono, una firma: Donatello Borracci, coordinatore cittadino. Ma sul manifesto, non era scritto che al comizio sarebbero intervenuti i consiglieri, e tutto il centro destra? Evidentemente, si sarà trattato di un refuso, o di una dimenticanza, come l’invito alla manifestazione romana. Marangione aveva evidenziato: Ciccio Serra, “unico leader dell’opposizione”. E Borracci? Sul palco, a parte Carucci, che comunque non ha mai palesato vicinanze, ma semmai distanze, nessun pidiellino riconducibile al coordinatore locale. Eccezion fatta per un pesante scambio di accuse, durante un Consiglio, inutile cercare nelle dichiarazioni pubbliche, conferme o smentite, ma forse è il caso di citare un proverbio piemontese: “Chi vendemmia troppo presto, non fa il vino ma l’agresto”.
di Giuseppe Favale