Dottore mi aiuti!! Il mio bambino ha pidocchi!!”. Le mamme che hanno dovuto correre ai ripari contro questo fastidioso e antipatico problema sono più di quel che si creda. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati i casi di pidocchi nella popolazione infantile. Non esistono precisi dati epidemiologici, in quanto dal 1992 non c’è più l’obbligo della notifica. Comunque, negli anni precedenti il 1992 si era osservato un lento ma costante aumento dell’incidenza. Sono soprattutto i bambini che vivono in comunità (nidi, asili e scuole) a essere colpiti per primi e dal bambino il pidocchio si può diffondere nelle famiglie. Ma esistono alcune soluzioni preventive per evitare che i nostri piccoli prendano i pidocchi a scuola “Innanzitutto c’è da dire che i pidocchi ci sono sempre stati – Le uova (o lèndini) sono state trovate anche sulle teste dei Faraoni nell’antico Egitto. La Pediculosi è ubiquitaria, ovvero si trova in ogni luogo, e produce epidemie in tutte le parti del mondo. E’ indipendente dall’igiene personale e dalle condizioni sociali ed economiche. Pertanto i genitori non si devono vergognare se i propri figli hanno i pidocchi. Fondamentale è il costante controllo”. “Il pidocchio dei capelli è un parassita che vive soltanto a contatto del cuoio capelluto e si nutre del sangue dell’ospite. La temperatura del cuoio capelluto è ideale per il pidocchio: infatti al di fuori di esso, il parassita muore al massimo in due giorni, in genere meno di uno. Esso si sviluppa grazie alla sua massima riproducibilità: dopo 2 mesi, da un solo parassita e attraverso la deposizione delle uova, si arriva fino a 45 mila. La trasmissione avviene per contatto diretto con la testa di una persona infestata. Si ritiene possibile anche il contatto indiretto attraverso vestiti, sciarpe, cappelli, ecc. L’infestazione non è influenzata dalla lunghezza dei capelli e spesso provoca prurito. In breve i pidocchi vengono favoriti dalle condizioni ambientali (temperatura caldo–umida) e dalla grande riproducibilità. Il periodo dell’anno in cui questi piccoli insetti si sviluppano maggiormente è soprattutto quello autunnale, invernale e primaverile. Ma cosa si può fare? “L’unico intervento è la collaborazione delle scuole alle quali corre l’obbligo di sensibilizzare le famiglie nel segnalare il primo caso quando si verifica. E’ importante ricordare che appena si scopre il primo caso, sia in famiglia che a scuola, tutti i conviventi devono essere controllati e trattati. Certamente sono tramontati i tempi delle rasature dei capelli a zero, che erano alquanto mortificanti”. “Gli oggetti, che hanno un ruolo meno importante nella trasmissione, devono essere trattati con alcuni accorgimenti: spazzole e pettini, vanno immersi nell’acqua calda (almeno 54°C), con eventualmente diluito il prodotto indicato per il trattamento; biancheria, cappelli e così via, vanno lavati in lavatrice a 60°C od a secco. E’ pure efficace chiuderli per qualche giorno in sacchi di plastica”.