L’ammissione dell’errore e la magnanimità.
Il Pd a tre punte. Il Pd sceglie l’autonomia, ora la scelta passa agli “intransigenti”, in mezzo Rocco Loreto a recuperare il partito e a non perdere nessuno dei suoi fedelissimi. Il film di Camerini dal romanzo di Pedro Antonio de Alarcon era divertente e svelto, il film che si va girando fra democrat passati, presenti e futuri, invece, è greve e affannoso.
Ci fu una divisione nel Pd e come tutte le divisioni fu aspra e intrisa di veleni; questa divisione nell’estate scorsa, in preparazione delle comunali del prossimo maggio, sfociò in un tentativo di “soluzione finale” per la vecchia guardia, da Rocco Loreto ai suoi fedelissimi e ai suoi coevi. Questo tentativo si rivelò velleitario, impossibile. E due settimane fa i giovani democrat hanno chiesto di essere riammessi nella “compagnia” nella quale mossero i primi e i secondi passi partitici e politici.
Al Pd, da parte di alcuni della “casa” fu chiesto un sacrificio, l’immolazione di un capro espiatorio. La storia è piena di volontari che offrono la propria vita alla patria, o alla causa. E tuttavia quando con la propria vita non si risolve alcun problema della patria, si fa strada il principale della casa: chi e perché deve comandare a casa nostra? E può? Ed è senza colpa per farlo? E dove si va se ci si incammina per così impervie strade?
A queste domande devono oggi rispondere quanti hanno chiesto il sacrificio in casa democrat, e a simili domande devono rispondere anche all’ex senatore oggi candidato sindaco, Loreto, che parla di riconciliazione pacifica.
Oggi è il giorno in cui Rocco Loreto scioglierà, o dovrebbe sciogliere il dilemma: prendere nella coalizione il partito e perdere alcuni suoi fedelissimi? 0 viceversa? E partito e fedelissimi sono parte integrante della sua storia personale: comunque una lacerazione, che per certo avrà effetti sulle elezioni. Come vogliono pacificare il paese, già si domandano alcuni, se non sono in grado di pacificarsi fra loro? Ed altri già apprezzano la severità. E l’amletismo di Loreto ad alcuni ispira compassione e solidarietà, ad altri fa ripetere il terribile verso del principe: c’è del marcio in Danimarca.
Fra i democrat castellanetani non ci sono chierichetti o cattolici capaci di fare il mea culpa, né comunisti capaci di autocritica. Ma il bussare alla casa avita dopo le scorribande credendo che possedere la bandiera fosse possederne l’esercito cos’altro è se non ammissione dell’errore e accettazione della riparazione? E da che mondo e mondo in ogni latitudine l’ammissione dell’errore, che contiene in se l’infantile insulto, viene accolta dalla magnanimità: non il superficiale motto napoletano “Chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato”, ma lo scappellotto benevolo verso i piccoli della policroma famiglia.
La notte, dicono tutti e sperano i democrat presenti, passati e futuri di Castellaneta porta consiglio. Oggi si saprà.
Michele Cristella
Fonte: Corriere del Giorno 22/03/2012