Da Ginosa. I falsi invalidi aumentano. E l’Inps di Taranto toglie l’accompagnamento a un disabile grave. Domenico Pignalosa, 26 anni, invalido al 100%, per una grave malformazione cromosomica (sindrome di Klinefert), con ritardo mentale di media gravità, difficoltà di orientamento e di gestire relazioni complesse, si è visto revocare l’assegno di accompagnamento.La commissione di controllo dell’Inps di Taranto, pur confermando diagnosi e anamnesi, ha ritenuto che il ragazzo godesse di ampi margini di autonomia. “Domenico non può uscire da solo di Casa, non è assolutamente in grado di autogestirsi – dice disperata e arrabbiata mamma Angela – dobbiamo accompagnarlo dappertutto, assisterlo in tutto, non alcun senso dell’orientamento. Ma…” Ma secondo la commissione Inps di Taranto, Domenico è autonomo, l’accompagnamento è un surplus, lo hanno anche detratto dagli emolumenti della pensione che già di per sé è una miseria. Come al solito il dramma dell’handicap grave ricade sempre e soltanto sulle famiglie, come al solito rischia di essere un urlo strozzato che rimbomba dietro una porta chiusa, come al solito rischia di perdersi nella rabbia sorda, nell’impotenza annichilita di una disperazione senza sbocchi. he fare? I genitori di Domenico non si perdono d’Animo. Mamma Angela è molto attiva nell’Anffas di Ginosa, l’associazione che raggruppa le famiglie dei ragazzi con handicap relazionale che da anni si occupa dell’interazione delle persone con n disabilità. Angela è un po’ una madre coraggio, ma si sente sola. Le sembra di lottare contro i mulini a vento, contro il muro di gomma di una burocrazia sorda muta e cieca. “Ogni anno veniamo chiamati a controllo – dice con ferma determinazione – come se la situazione di Domenico potesse cambiare. Ma perché non controllano i falsi invalidi? Perché si accaniscono su quelli veri? Mistero. Sono due anni che ci hanno tolto l’accompagnamento, erano 480 euro, ma servivano. Ora dobbiamo provvedere a tutto. La pensione di invalidità da sola non basta. Noi ce la facciamo ancora, siamo ancora abbastanza giovani per aiutare Domenico. E gli altri?” La battaglia prosegue a suon di ricorsi e carte bollate. Per ora nessuna risposta. Tutto tace. Angela chiama in causa i media. Quanti sono i casi come quello di Domenico, in Puglia e oltre? Che farà Domenico quando il coraggio di Angela non lo sorreggerà più? Chi lo assisterà? Come? Le domande muoiono in gola, ghiacciano lo stomaco e ottundano la mente, un velo d’angoscia, una bolla d’ansia che solo la rabbia riesce a perforare. Angela prende per mano Domenico e continua a camminare. Continua a lottare. Fino a quando? Intanto i falsi invalidi continuano a proliferare. Forse anche a Ginosa. Ma tutto tace.
(Fonte “La Gazzetta del Mezzogiorno.it”, articolo di Michele Pacciano)